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RIFORESTAZIONE AD ALTO IMPATTO SOCIALE: LA NOSTRA FORESTA IN GUATEMALA

RIFORESTAZIONE AD ALTO IMPATTO SOCIALE: LA NOSTRA FORESTA IN GUATEMALA

Il Guatemala presenta uno dei più alti tassi di deforestazione delle Americhe.

Dal 2001 al 2020 ha perso il 20% della propria copertura forestale, un’area pari a 1,5 milioni di ettari di foreste.
La deforestazione è causata principalmente dall’espansione dell’agricoltura industriale, una su tutte la monocultura di palma da olio.

La deforestazione è inoltre agevolata dalla mancanza di opportunità economiche e occupazionali, da mancanze legislative e da intricati sistemi di proprietà della terra. Le foreste bruciano, e con loro interi ecosistemi. Mentre il suolo si impoverisce, i contadini, una volta guardiani di quelle terre, perdono la loro identità ed il loro lavoro. Una parte di popolazione, più povera, non ha risorse per coltivare le terre che abita. I campesinos sono costretti a vendere le proprie terre a bassissimo prezzo con il sogno di poter emigrare. La maggior parte però finisce per andare a lavorare nei campi, spesso trasformati in monoculture, per salari minimi.

In collaborazione con zeroCO2 abbiamo contribuito a donare gratuitamente 100 alberi ai campesinos, supportandoli così nel coltivare le proprie terre, difendendo la loro identità contadina.

La famiglia, prendendosi cura degli alberi, gioverà dei frutti prodotti: potrà decidere se consumarli o venderli al mercato più vicino. Gli alberi di zeroCO2, essendo innestati nel vivaio, sono in grado di produrre frutta già dopo un anno dalla messa a dimora, generando un impatto concreto veloce ma a lungo termine.

Attraverso gli alberi ricreiamo una connessione tra il contadino e la propria terra.

Monte Carmelo è una piccola comunità contadina formatasi solo 5 anni fa da famiglie di diverse origini.
Lo stato ha riunito persone e interi nuclei familiari che non avevano terra (o la avevano ma in aree protette) e ha dato in concessione diversi ettari, ma non i mezzi per coltivarli.

A Monte Carmelo zeroCO2 dona alberi forestali e da frutto che hanno dato alla comunità la spinta necessaria per iniziare a crescere e diventare autosufficiente dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

La cura degli alberi ha aumentato la consapevolezza ambientale e ha creato un senso più profondo di imprenditorialità, familiare e collettiva. Attraverso vari progetti di piantagione la comunità può sostenersi e svilupparsi: nel 2022 ha dato vita alla propria scuola.

“Il Guatemala è un paese dove sostenibilità sociale e ambientale sono strettamente collegate; donare alberi a famiglie di contadini significa supportarle nella gestione delle proprie terre, evitando che migrino o che vendano le terre a chi vorrebbe farne monoculture. In questo modo si preserva la natura e la loro identità di campaesinos” racconta Andrea Pesce, CEO di zeroCO2.

La foresta di Energred rientra in un più ampio percorso di sostenibilità portato avanti dall’azienda, nella consapevolezza che per mitigare gli effetti della crisi climatica tutti dobbiamo fare la nostra parte, in un’ottica di collaborazione e mettendo le persone al centro del cambiamento. 

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: PRINCIPALI CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: PRINCIPALI CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI

L’emergenza climatica sta assumendo dimensioni sempre più drammatiche, e negli ultimi anni stiamo assistendo a condizioni climatiche straordinarie sempre più frequenti anche in Italia.

Solo tra il 2022 e i primi cinque mesi del 2023, nel nostro Paese, sono stati ben 432 gli eventi estremi di maggior gravità. Che hanno causato danni inimmaginabili sia a livello economico che per quanto riguarda le vite umane.

La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) rileva che, negli ultimi 43 anni, i fenomeni estremi (da cui sono state escluse le ondate di calore) hanno causato almeno 22mila morti in tutta Italia. I danni economici stimati, invece, ammontano a oltre 100 miliardi di euro. Dati drammatici, cresciuti in maniera esponenziale soprattutto negli ultimi anni (si pensi che la sola alluvione del maggio scorso in Emilia-Romagna ha causato danni per circa 10 miliardi).

Anche il conteggio più recente degli eventi estremi sul territorio italiano non fa ben sperare. Sono stati 310 nel 2022 (con 29 morti accertati), ma nei primi cinque mesi del 2023 sono stati ben 122 (con un aumento del 135% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
dati sono preoccupanti, soprattutto perché nel calcolo delle vittime totali per eventi estremi in Italia dal 1980 a oggi, non si considerano i decessi causati dalle ondate di calore. Il caldo, sempre più estremo e prolungato, rischia di essere fatale per le fasce più fragili della popolazione, ma calcolare sul lungo periodo i decessi causati dalle alte temperature è un’operazione molto complicata.

Stiamo vivendo uno scenario meteo inequivocabile. Caldo torrido, trombe d’aria e precipitazioni anomale si alternano. Siamo vicini alla rottura di un equilibrio millenario, capace di sconvolgere il nostro modo di vivere e di ridurre anche la stessa qualità della vita” – il monito del Prof. Alessandro Miani, presidente di Sima – “I decisori devono far diventare una priorità i determinanti ambientali e climatici della salute, ma anche chiamare in causa il mondo della ricerca e dell’innovazione. Ci attendiamo risposte e soluzioni immediate, frutto di decisioni coraggiose da assumere su una prospettiva di medio-lungo termine”.

Ma vediamo meglio quali sono le cause di questi sconvolgimenti.

La vita sulla Terra esiste grazie alla combinazione di tre fattori: la giusta distanza dal Sole, la composizione chimica dell’atmosfera e la presenza del ciclo dell’acqua. L’atmosfera, in particolare, assicura al nostro pianeta un clima adatto alla vita grazie al cosiddetto effetto serra naturale. Quando i raggi solari raggiungono la superficie terrestre vengono solo in parte assorbiti, mentre in parte vengono riflessi verso l’esterno; in assenza di atmosfera si disperderebbero nello spazio, ma vengono invece in buona parte trattenuti e quindi reindirizzati verso la Terra da alcuni gas presenti nell’atmosfera (i gas a effetto serra, appunto, fra cui principalmente l’anidride carbonica e il metano, ma anche il vapore acqueo e altri ancora).

Il risultato è un’ulteriore quantità di calore che si somma a quella proveniente dai raggi solari assorbiti direttamente. Senza l’effetto serra naturale la temperatura media sulla Terra sarebbe di -18 gradi centigradi anziché di circa +15.

Cambiamenti climatici ci sono sempre stati, nella storia del Pianeta, ma il riscaldamento climatico a cui assistiamo da circa 150 anni è anomalo perché innescato dall’uomo e dalle sue attività. Si chiama effetto serra antropico e si aggiunge all’effetto serra naturale.

Con la rivoluzione industriale l’uomo ha improvvisamente rovesciato in atmosfera milioni di tonnellate di anidride carbonica e altri gas serra portando la quantità di CO2 presente in atmosfera al doppio rispetto ai minimi degli ultimi 700 mila anni. Da circa 15 anni i dati prodotti da migliaia di scienziati in tutto il mondo concordano nel dichiarare che il global warming deriva dall’effetto serra antropico, cioè innescato dalle attività dell’uomo.

Rispetto ai livelli preindustriali la temperatura media del Pianeta è aumentata di 0,98 °centigradi e la tendenza osservata dal 2000 a oggi fa prevedere che, in mancanza di interventi, potrebbe arrivare a +1,5 °C tra il 2030 e il 2050.

Dobbiamo iniziare a parlare di crisi climatica perché è vero che il clima è sempre cambiato, ma non così in fretta e non con delle infrastrutture rigide e complesse come sono le città e il sistema produttivo ai quali i Paesi più industrializzati sono abituati.

I dati parlano chiaro:

  1. 0,98°L’aumento della temperatura nel 2019 rispetto ai livelli preindustriali
  2. 1,5°L’aumento della temperatura entro il 2030 – 2050 senza interventi
  3. 97%Percentuale degli scienziati che attribuisce il riscaldamento globale alle attività umane

A provocare più danni è soprattutto il consumo di carbone, petrolio e gas, che rappresentano la maggior parte delle emissioni di gas serra. Nel 2019, secondo il Global Energy Perspective 2019 di McKinsey le fonti fossili erano responsabili dell’83% delle emissioni totali di CO2 e la sola produzione di elettricità attraverso il carbone incideva per il 36%, anche se nel 2020 – per effetto della pandemia dal Covid-19 – le emissioni sono poi scese drasticamente (fonte World Energy Outlook 2020). È stato stimato che l’attuale tendenza delle emissioni di CO2 dovute alla combustione del carbone è responsabile di circa un terzo dell’aumento di 1 grado centigrado delle temperature medie annuali al di sopra dei livelli preindustriali, rendendola la principale fonte di emissioni nella storia umana. In assoluto il petrolio è la seconda fonte di emissioni, avendo prodottonel 2019 12,54 miliardi di tonnellate di CO2 (l’86% del totale del carbone di 14,550 miliardi di tonnellate).

Anche l’abbattimento delle foreste provoca danni consistenti: gli alberi aiutano a regolare il clima assorbendo l’anidride carbonica dall’atmosfera, quindi se vengono abbattuti l’effetto benefico si perde e il carbonio immagazzinato negli alberi viene rilasciato nell’atmosfera, accentuando all’effetto serra.

Di fronte a questa realtà diventa un dovere, soprattutto per le imprese, limitare le proprie emissioni di CO2, le principali responsabili del cambiamento climatico.

La transizione energetica non può essere rimandata oltre e noi di Energred vogliamo impegnarci sempre di più per metterci al fianco degli imprenditori in questo percorso verso la sostenibilità.

 

 

Fonte: teleambiente.it

COMUNITÀ ENERGETICHE: ENERGIA CONDIVISA E CALCOLO INCENTIVO

COMUNITÀ ENERGETICHE: ENERGIA CONDIVISA E CALCOLO INCENTIVO

La comunità energetica rinnovabile (CER) è il luogo dove creare responsabilità reciproca e impegno comune, grazie al dono dell’energia condivisa che ciascuno fa e porta con sé. Ma cosa significa esattamente energia condivisa e quali sono i vantaggi che si possono avere entrando a far parte di una comunità energetica? Vediamolo insieme.

L’energia condivisa non è un’energia fisicamente identificabile.
E’ piuttosto un valore che viene calcolato attraverso un algoritmo, grazie a delle misurazioni effettuate “ora per ora”.

Installando dei contatori su ogni utenza (o gruppo di utenze collegate ad un POD) che produce o assorbe energia nella comunità energetica è possibile sapere, in ogni ora, quanta sia l’energia effettivamente prodotta da fonti rinnovabili, e quanta sia quella consumata dagli associati alla comunità.

L’energia condivisa è, in ogni ora, il minore tra questi due valori monitorati. 

Per condividere il massimo valore possibile in una comunità energetica si devono quindi dimensionare con molta attenzione gli impianti nuovi da realizzare, e monitorare bene i potenziali consumi, o addirittura prepararsi a modificare le proprie abitudini di consumi per allinearle alle disponibilità di energia da fonti rinnovabili.

Ma vediamo ora come viene calcolato l’incentivo per coloro che entrano a far parte delle CER.

Il legislatore ha al momento introdotto una formula di calcolo della tariffa premio spettante, per l’energia condivisa dall’impianto, che tiene conto di diversi fattori:

  1. La zona di installazione da cui dipenderà la producibilità dell’impianto, andando ad aiutare quelle zone geograficamente svantaggiate;
  2. prezzo di mercato della materia prima energia elettrica nella zona di produzione dell’impianto (PZO);
  3. la taglia d’impianto.

stabilendo comunque un massimo ed un minimo tra cui il valore può oscillare.

 

 

Qual é la configurazione migliore?

Quella che massimizza il valore generato per la comunità energetica, ovvero quella in cui la quantità di energia prodotta e distribuita (anche da stoccaggio) all’interno della comunità è pari ogni ora (o ragionevolmente superiore) ai i consumi collettivi dei soggetti che la costituiscono.

L’infrastruttura della comunità energetica può essere estesa e fatta crescere anche con il crescere del numero dei suoi componenti, partendo ad esempio dagli impianti in auto-consumo presenti sul territorio. Noi di Energred abbiamo ideato il nostro modello di comunità energetica, in cui siamo noi a finanziare e gestire gli impianti, lasciandoli nella piena disponibilità della comunità, i cui membri possono autoconsumare energia green a prezzi vantaggiosi e godere dei benefici dell’incentivo sull’energia condivisa.

Come si fa per entrare a far parte di una CER?

Innanzitutto bisogna verificare la presenza di una CER all’interno dell’area geografica di appartenenza, attraverso il portale di e-distribuzione

quindi si può richiedere di entrare in una comunità già esistente, oppure, se si vuole da subito iniziare a godere dei vantaggi dell’energia a km zero, ci si può dotare di un impianto in configurazione SEU, per l’autoconsumo.

Con il Servizio Energia Care&Share di Energred è possibile farlo senza alcun investimento ed iniziare a risparmiare da subito sui costi energetici, in attesa, se lo si desidera, di portare il proprio impianto all’interno di una CER e godere di ulteriori benefici.

LA STORIA DI WBO ITALCABLES: DOPO LA RINASCITA, INSIEME A ENERGRED VERSO LA TRANSIZIONE ENERGETICA

LA STORIA DI WBO ITALCABLES: DOPO LA RINASCITA, INSIEME A ENERGRED VERSO LA TRANSIZIONE ENERGETICA

Sette anni fa 57 lavoratori hanno rilevato l’attività di ItalCables S.p.A. in liquidazione, impegnandosi —insieme ad altri partner finanziari come Banca Etica— a rilanciarla, così da non perdere preziosi posti di lavoro, oltre che a garantire una continuità all’indotto che grava su Caivano, comune della città metropolitana di Napoli, dove ha sede l’azienda.

Per non perdere il posto di lavoro nel 2015 con il loro Tfr i lavoratori acquistarono lo stabilimento, investendo tutto quello che avevano in un sogno. Con le loro competenze e il duro lavoro sono riusciti a realizzarlo, ed ora l’azienda fattura 20 milioni di euro all’anno. Una perfetta dimostrazione di come si possa trasformare un problema in un’opportunità.

Dalle ceneri dell’Italcables nacque così la nuova azienda che produce ancora oggi trefolo e filo per cemento armato precompresso. L’impegno di EnergRed è ora quello di produrre un ulteriore vantaggio competitivo per la cooperativa, condividendo il valore generato dalla scelta di autoconsumare energia 100% da fonte solare.

Senza dover affrontare alcun onere finanziario o gestionale, grazie al servizio Care&Share di EnergRed, WBO ItalCables potrà godere di energia elettrica ad un prezzo record assoluto per il nostro Paese: 94 euro al megawatt/ora per i prossimi 20 anni.

L’impianto fotovoltaico in questione, realizzato completamente da EnergRed a proprie spese,  prevede una potenza installata iniziale di 565 kilowatt picco, ad inseguimento. Ma è solo il primo tassello di un percorso che vedrà svilupparne ulteriori porzioni per cercare di ridurre ancora maggiormente gli impatti ambientali ed economici dell’energia da fonti fossili.

EnergRed rientrerà del proprio investimento attraverso la vendita dell’energia, prodotta a km0, secondo la configurazione SEU.

È stata una grande sfida quella di garantire a WBO ItalCables un prezzo dell’energia in autoconsumo record per il mercato italiano. Il nostro sforzo è andato nella direzione di creare la massima efficienza operativa scegliendo tecnologie ad inseguimento e creando il giusto equilibrio tra la densità di potenza e l’orientamento dei pannelli.

Un vero esempio di come la metodologia Care&share (prendersi cura e condividere) viene applicata: analizzando la situazione e le esigenze del cliente, costruendo un impianto su misura per queste esigenze e condividendo con il cliente il valore generato.

Tutto questo con la passione e la creatività che ci contraddistingue.

 

#powerwithcreativity

TRANSIZIONE ENERGETICA DELLE IMPRESE: L’IMPORTANZA DI ESSERE GREEN

TRANSIZIONE ENERGETICA DELLE IMPRESE: L’IMPORTANZA DI ESSERE GREEN

Le industrie sono sicuramente le maggiori responsabili delle emissioni atmosferiche che impattano nel quadro del cambiamento climatico, a causa della loro dipendenza dalle risorse energetiche e dai combustibili fossili utilizzati per la produzione.

Dopo il boom delle energie a fonte rinnovabile a cui abbiamo assistito negli ultimi 20 anni e viste tutte le opportunità offerte dalle tecnologie attuali, per un imprenditore oggi è diventato, se non un obbligo, quantomeno un dovere pensare a soluzioni per rendere la propria attività sostenibile dal punto di vista ambientale.

Ma cosa significa rendere la propria azienda green?

Le aziende che fanno questa scelta adottano misure per la riduzione delle emissioni di carbonio, utilizzando fonti energetiche pulite o il meno inquinanti possibile; mettono in atto interventi di efficienza energetica; avviano procedure di riciclaggio e riutilizzo.

Sebbene questo tipo di interventi necessitino di investimenti iniziali consistenti, da recenti sondaggi è emerso che ormai la maggior parte dei CEO sono consapevoli dei numerosi vantaggi che l’azienda ottiene adottando un’immagine ecosostenibile, e che addirittura la sostenibilità oggi sia diventata indispensabile per avere un’attività di successo.

Oggi i consumatori, infatti, sono sempre più consapevoli dei problemi ambientali e preferiscono acquistare prodotti green, anche se questo vuol dire pagarli un po’ di più. Un’impresa che dimostra di avere a cuore l’ambiente fa sentire ai clienti che è degna della loro fiducia. Questo genera una preziosa forma di pubblicità attraverso il passaparola, ed un aumento della brand reputation non indifferente.

La sostenibilità ambientale aziendale non ha un impatto positivo solo sui consumatori, ma anche al livello interno: attira dipendenti che preferiscono lavorare in contesti green e rende migliore il clima aziendale interno, creando la percezione di lavorare per qualcosa di etico e non solo economico.

Inoltre, grazie ai benefici ambientali e sociali che sviluppano, le aziende della green economy possono usufruire degli eco-incentivi messi a disposizione dal governo e dall’Unione Europea.

Si ha anche una maggiore probabilità di ottenere investimenti privati.

Sono infatti sempre più numerosi i fondi di investimento che concentrano i propri investimenti sulle imprese attente ai temi ambientali.

Noi di Energred vogliamo metterci al fianco degli imprenditori che desiderano intraprendere il percorso verso la transizione energetica. Per questo abbiamo ideato una metodologia proprietaria, che abbiamo chiamato Care&Share, che significa prendersi cura e condividere.

Con Care&Share l’azienda non deve preoccuparsi di investire capitale per dotarsi di un impianto per la produzione di energia a km0. Energred si occupa di tutti i costi di realizzazione, gestione e manutenzione dell’impianto fotovoltaico. Per 12 anni l’azienda è libera di autoconsumare energia green a basso costo, fino alla completa cessione dell’asset a titolo gratuito.

Rendere la propria azienda green con Care&Share di Enegred è gratis e senza pensieri.

ACQUA CORRENTE: IL PROGETTO DI ENERGRED CHE RIMETTE IN CIRCOLO L’ENERGIA RINNOVABILE A VILLETTA BARREA

ACQUA CORRENTE: IL PROGETTO DI ENERGRED CHE RIMETTE IN CIRCOLO L’ENERGIA RINNOVABILE A VILLETTA BARREA

Da anni, in quanto ESCo impegnata nel supportare la transizione energetica dei territori, stiamo seguendo la ristrutturazione e messa in esercizio di una mini centrale idroelettrica dalla storia secolare e che è stata segnata dalle più grandi vicissitudini del nostro Paese: si tratta del progetto che stiamo portando avanti nel comune di Villetta Barrea, in Abruzzo.

Ma dato che il nostro rapporto con questa piccola realtà montana va oltre i pur importanti aspetti tecnici e pratici, abbiamo voluto trasformare la nostra iniziativa in un percorso artistico e culturale: Acqua Corrente.

Acqua Corrente vuole infatti raccontare passato, presente e futuro della transizione di una comunità verso la sostenibilità energetica: ritrovare le testimonianze, leggere il presente e preannunciare i cambiamenti che questa porterà per le persone ed il territorio.

La centrale idroelettrica di Villetta Barrea ha una storia molto particolare, caratterizzata da eventi che ne hanno impedito una continua produttività. Dopo la sua prima inaugurazione, avvenuta nel 1910, subisce un primo stop durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i tedeschi la distruggono. Ripristinata dall’Enel nel 1952, venne utilizzata per fornire energia ai comuni di Villetta Barrea e di Alfedena sino agli anni Sessanta, quando cessa nuovamente di funzionare. Riaperta nel 1995 dopo una ristrutturazione, nel 2015 un’alluvione ne interrompe nuovamente il servizio.

Eventi di natura antropica e cataclismi naturali hanno tormentato la storia di un complesso tecnologico che ha dato la possibilità alle persone del luogo di sfruttare la forza della natura per produrre un’energia che ne ha cambiato il destino sin dagli inizi del secolo scorso, e che oggi può tornare a “fluire”.

Affianco al recupero industriale vi sarà dunque il recupero della memoria storica della centrale, attraverso la ricerca di immagini tratte da album familiari e archivi pubblici, con lo scopo di raccontare il rapporto nel tempo tra le genti e un territorio. Tale lavoro prevede la digitalizzazione degli archivi fotografici e documentali, iniziando da quelli di maggior pregio e a maggior rischio di perdita, appartenenti – oltre che al Comune – ai diversi Enti territoriali e alle aziende, come l’ENEL, che hanno avuto parte nei cambiamenti, sociali, geografici ed economici, che la centrale ha portato in zona.

Inoltre, per testimoniare i cambiamenti territoriali e quelli della collettività, Alfredo Corrao, Yvonne De Rosa e Simona Filippini, i tre fotografi scelti per il progetto Acqua Corrente, sono stati chiamati a documentare il percorso di sensazioni che accompagnano l’avvicinarsi del momento di inaugurazione della centrale.

La committenza fotografica si affiancherà ad attività didattiche nelle scuole, attraverso la raccolta di immagini fotografiche di famiglia, con l’obiettivo di far accrescere la consapevolezza del mezzo fotografico come strumento di indagine e conoscenza antropologica.

Si tratta di un grande cambiamento per una comunità immersa fisicamente ed emotivamente nel Parco nazionale d’Abruzzo il quale, quotidianamente, è chiamato a difendere e divulgare quei principi di sostenibilità e difesa della natura che in tante altre realtà sono aggrediti o dimenticati.

Con questa iniziativa il comune di Villetta Barrea si appresta a diventare la prima comunità carbon free d’Italia.

CARE&SHARE, FINANZIAMENTO E LEASING: SOLUZIONI A CONFRONTO PER IL FOTOVOLTAICO

CARE&SHARE, FINANZIAMENTO E LEASING: SOLUZIONI A CONFRONTO PER IL FOTOVOLTAICO

Negli ultimi anni a seguito di alcuni eventi eccezionali, quali la pandemia da covid-19 e la crisi del gas dovuta alla guerra tra Russia ed Ucraina, i prezzi dell’energia elettrica hanno subito forti oscillazioni.

Le imprese hanno così visto lievitare le bollette dell’energia elettrica fino a livelli mai visti prima, anche se fortunatamente nell’ultimo periodo i prezzi sembrano essersi abbassati. Tuttavia, la situazione risulta tutt’altro che stabile, ed è prevista ancora una grande incertezza legata alle nuove strategia di approvvigionamento dell’UE e dell’Italia, basate su filiere estere che subiranno e godranno della pressione della domanda internazionale (GNL).

Una possibile soluzione per non essere soggetti a questa volatilità, e rendersi energeticamente più indipendenti, è sicuramente quella di pensare all’installazione di un asset per la produzione di energia green. In Italia, paese del sole, risulta particolarmente vantaggioso l’utilizzo del fotovoltaico per l’autoconsumo.

L’installazione di un impianto fotovoltaico però rappresenta comunque un investimento importante, che non tutte le aziende sono in grado o hanno voglia di affrontare, preferendo giustamente convogliare le risorse nel proprio core business.

Per questi motivi la maggior parte degli imprenditori, che vogliano dare una svolta sostenibile alla propria attività, pensano a sistemi di finanziamento o leasing.

Per dare ancora più sostegno alle imprese ed agli imprenditori, noi di Energred abbiamo invece ideato una metodologia proprietaria, detta Care&Share, che rappresenta una valida alternativa a questi tipi di soluzioni.

Vediamo perché:

supponiamo che una PMI voglia realizzare un impianto da 250kWp, potendo auto-consumare l’86% dell’energia prodotta.

Le viene offerto un costo di costruzione di 1.200€/kWp per un totale di 300.000€ .

Banca. L’azienda ottiene un finanziamento bancario a 4 anni al 5% (tasso ragionevole in una situazione di inflazione programmata al 2,5%, e probabilmente oggi non più attuale vista un’inflazione reale intorno all’8%-10%). Considerando gli interessi e 30€/ MWh per spese di manutenzione e assicurazione, il costo totale su 12 anni sarebbe di circa 500 mila euro.

Leasing. L’azienda sceglie un noleggio o leasing operativo per 7 anni a 70 mila euro annui. Considerando le spese di manutenzione e assicurazione nei 5 anni seguenti il costo totale su 12 anni sarebbe di 515 mila euro.

Care&Share. L’azienda paga a Energred 40.850 euro all’anno per 12 anni. In totale 420.600 euro. Quindi Care & Share costa in media l’8% in più rispetto ad un classico finanziamento, ma l’azienda non assorbe credito bancario

  • l’azienda non corre alcun rischio di variazione di tasso
  • l’azienda non corre il rischio di interruzione nel rapporto di fido
  • l’azienda non corre il rischio di guasti o danni all’impianto.
          
EnergRed – Comparativa soluzioni per adozione FV, modalità SEU, taglia C&I       
Strategy & Marketing Department – Market Analysis        
          
SOLUZIONEPotenza ImpiantoDurataSpesa AnnuaRisparmio Annuo*Periodo ComparativaSpesa Totale**Costo kWhCosto kWpPV Plant Delta Cost
kWpa€/a€/aa€/kWh€/kWp%
Finanziamento
Bancario
2506               69.500 –                8.202 12             507.000                    0,128                  2.028 21%
Noleggio/Leasing
Operativo
2507                68.207 –                6.909 12              514.950                    0,130                  2.060 22%
EnergRed
Care&Share
25012               35.049                 15.900 12             420.587                    0,149                    1.682 0%
*Calcolato sul costo atteso dell’energia in bolletta, per il periodo di durata dalle soluzione.
**Include i costi di manutenzione ed assicurazione (30€/kWp) che il cliente affronta direttamente per la durata della titolarità di impianto, rispetto al periodo di comparazione.

Inoltre Care&Share è un’offerta a consumo, per cui se ci sono periodi di inattività, durante i quali non si utilizza energia, non ci sarà nulla da pagare.

Infine non bisogna dimenticare che un impianto fotovoltaico è un asset che richiede, per un corretto funzionamento, un monitoraggio costante ed una manutenzione a regola d’arte.

Con Care&Share tutto questo è responsabilità di Energred quindi l’imprenditore non deve preoccuparsi di avere cura del suo impianto fotovoltaico e non deve sottrarre tempo prezioso alla sua attività. È nostro primario interesse, infatti, che l’impianto produca energia al massimo delle sue capacità e sia sempre perfettamente performante, poiché il nostro guadagno è direttamente proporzionale all’energia che questo produce.

Care&Share crea valore sottoforma di energia green e lo condivide con il cliente, che usufruisce di tutti i benefici, senza rischi e soprattutto senza pensieri.

RIFORESTAZIONE, CROWDFUNDING E RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA: ECCO L’IMPEGNO DI ENERGRED PER IL 2023

RIFORESTAZIONE, CROWDFUNDING E RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA: ECCO L’IMPEGNO DI ENERGRED PER IL 2023

«Le imprese sono chiamate a rendere sempre più conto del loro impatto sulla società: questo è il significato più profondo della “responsabilità sociale d’impresa” (RSI), una consapevolezza che non è riducibile alla filantropia o ad operazioni di immagine (greenwashing), ma riguarda il modo con cui sono concepite e vissute nel profondo le attività aziendali, tutelando i diritti fondamentali e creando valore condiviso» spiega  Moreno Scarchini, ceo di EnergRed (www.energred.com).
 
 
 
 
La responsabilità sociale d’impresa (RSI) è ormai una priorità mondiale. «Di fronte ai disastri ambientali, al cambiamento climatico, all’incremento del divario tra le aree ricche e quelle povere del pianeta, cresce la consapevolezza che la politica, da sola, è impotente, se non accompagnata dall’impegno diretto delle imprese ed alla necessaria transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile» sottolinea  Moreno Scarchini, ceo di EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane.
 
Ma questa non è una novità per EnergRed che fin dalla sua creazione ha adottato una cultura aziendale improntata alla RSI, muovendosi fin dall’inizio su due livelli, il primo legato alla tutela dei diritti fondamentali ed il secondo alla creazione di valore condiviso, volendosi riferire allo sviluppo di soluzioni innovative capaci di coniugare performance economiche ed impatto socio-ambientale positivo.
 
Sul primo livello, lo scorso ottobre la E.S.Co. presieduta da Scarchini —da sempre in prima linea per la difesa della salute e della sicurezza, ma anche per la tutela del diritto al lavoro e della dignità dei lavoratori— è arrivata ad adottare misure in quel momento impopolari a tutela del diritto all’accesso al lavoro per tutti, anche per chi preferisse scegliere un percorso di prevenzione e di protezione personale che non fosse quello del vaccino.
 
Ma quello di EnergRed non fu un caso isolato: da Ducati a Lamborghini, da Toyota a Bonfiglioli Riduttori passando per IMA – Industria Macchine Automatiche, le aziende più socialmente responsabili adottarono soluzioni analoghe. Fino ad arrivare a manifestazioni di solidarietà sociale anche più eclatanti, come nel caso di Brunello Cucinelli che durante la pandemia concesse ai non vaccinati di stare a casa con un’aspettativa retribuita di 6 mesi.
 
Sul secondo livello, uno dei maggiori successi di EnergRed è affinché sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di «cambiare il modello di sviluppo globale», invece quello nel comune di Villetta Barrea (L’Aquila), nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, uno dei parchi nazionali più antichi d’Italia, inaugurato cento anni fa, il 9 settembre 1922, dove la E.S.Co. è scesa in prima linea con il primo progetto italiano di «comunità a impatto energetico quasi zero».
 
Grazie ad una collaborazione pubblico-privato che ha visto il coinvolgimento dei cittadini attraverso il crowdfunding —altro valore aggiunto per la RSI— a Villetta Barrea EnergRed si è fatta promotrice ed artefice del ripristino di una centrale mini-idroelettrica che risale al 1910. 
 
«È stato il nostro “flagship project”, un progetto attraverso il quale vogliamo arrivare alla creazione di molteplici comunità energetiche a impatto quasi zero in tutt’Italia» sottolinea Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.
 
«La parola comunità non è stata scelta a caso perché queste realtà vanno oltre gli aspetti meramente tecnici ed economici, diventando fenomeni sociali che rispondono a bisogni locali, oltre che alla sfida globale della transizione ecologica. Insomma il “glocal” si fa largo tra le comunità energetiche che stanno nascendo in Italia, con un approccio “win-win” pubblico-privato» spiega Giorgio Mottironimarketing manager di EnergRed.
 
L’E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane si propone ora di estendere i benefici all’intero Paese, rendendo il fotovoltaico la fonte di energia più conveniente per le aziende, sinonimo di creatività al servizio dell’uomo. E nell’ambito del suo programma RSI, per il 2023 EnergRed si propone anche di finanziare progetti di riforestazione finalizzati al contrasto ai cambiamenti climatici.
 
Ma affinché sorgano nuovi modelli di progresso è necessario un maggiore impegno da parte delle PMI. Secondo un sondaggio dell’International Center for Social Research realizzato a febbraio 2023, infatti, solo il 18% delle piccole e medie imprese italiane attua misure nell’ambito della RSI e/o comunque della sostenibilità.

LA CRISI DEL GAS: PERCHÈ AUMENTA IL PREZZO DELL’ENERGIA

LA CRISI DEL GAS: PERCHÈ AUMENTA IL PREZZO DELL’ENERGIA

A seguito dell’invasione ucraina da parte della Russia, l’80% del gas che arrivava in Europa è scomparso. Gazprom, che non teme più ritorsioni legali o politiche, usa l’arma del gas per mettere l’Europa il più possibile in difficoltà. Per l’Unione Europea significa dover trovare un’ alternativa o dover rinunciare a 120 miliardi di metri cubi all’anno (Gmc/a) di gas naturale. Una cifra enorme, se si considera che nel 2021 l’UE aveva consumato poco meno di 400 Gmc/a: si tratta dunque del 30% di tutto il gas consumato dai Paesi dell’Unione.

Quest’anno a rimpiazzare gran parte dell’ammanco di gas provocato dalla Russia ci ha pensato il GNL: il gas naturale liquefatto, che arriva da paesi troppo lontani per portarcelo via tubo.

Norvegia e Algeria infatti non sono in grado nel breve periodo di aumentare in maniera significativa le loro esportazioni, per cui gli Stati Uniti sono l’unico Paese a essere riuscito a fornire quantità significative di gas all’Europa, più che raddoppiando i volumi esportati rispetto a quelli dell’anno scorso.

Il grafico qui sopra mostra la situazione, e ciò che mostra è davvero eccezionale: nel corso degli ultimi dodici mesi i produttori statunitensi hanno inviato in Europa oltre 70 Gmc di gas, sufficienti da soli a compensare oltre la metà dell’ammanco russo che si andava ampliando nel corso degli stessi mesi, e oggi ancora nettamente in testa tra i Paesi che più sono riusciti a inviare “nuovo gas” in direzione Europa nel corso di questa crisi. Di fatto si tratta dell’unico aumento davvero significativo da parte di un singolo fornitore, che quest’anno ha fornito all’Europa oltre la metà del GNL importato (51%), seguito solo a grande distanza dal Qatar (15%) o dalla somma di tutti i Paesi africani (17%).

Quindi siamo stati “salvati” dal gas statunitense? In un certo senso sì.

Se non fossero esistite le esportazioni di GNL americano sarebbe stato praticamente impossibile far fronte a un ammanco così grande di gas russo. Allo stesso tempo i produttori di GNL americano stanno al momento prendendo due piccioni con una fava, potendo rispondere all’incombente crisi di liquidità e finanziamenti, che li vessava da anni, tramite vendite gas all’Europa a prezzi decupli rispetto a inizio crisi, e per conseguenza diretta potendo anche approfittare di un mercato del gas americano in cui i prezzi sono a loro volta quadruplicati proprio a causa della domanda europea.

A non sorridere è però, forse, la stessa amministrazione USA. La promessa dello scorso marzo da parte del Presidente Biden che l’Europa avrebbe ricevuto 15 Gmc in più dagli USA entro fine anno è stata più che doppiata: siamo quasi al triplo rispetto agli impegni statunitensi (+41 Gmc, appunto). Ma quando solo pochi mesi dopo Biden ha accolto Ursula von der Leyen a giugno, e si è vociferato di ulteriori impegni per 20 Gmc l’anno, Washington era nettamente più fredda. Il motivo? Il Presidente sa bene che ogni molecola di gas liquido che finisce in Europa è una molecola di gas sottratta agli USA, e che questo fa lievitare i prezzi del gas anche negli Stati Uniti. 

Così aumentano anche i prezzi dell’energia elettrica.

 

Quello che non tutti sanno infatti, è che in Italia per produrre energia elettrica usiamo il gas. Siamo uno dei Paesi che ha una maggiore dipendenza anche nella produzione di energia elettrica per cui la bolletta della luce rincara perché tra le fonti per produrre elettricità ci sono le centrali a turbogas, che bruciano metano. Questo è poi il motivo per il quale i prezzi sono collegati l’uno all’altro, le fonti nel nostro Paese sono vincolate più che in altri Paesi europei”.

Il costo della bolletta quindi, almeno per il momento, non sembra destinato a scendere. Un consistente aiuto può venire senza dubbio dalle fonti di energia rinnovabile, in particolare dal fotovoltaico che in Italia, paese del sole, è particolarmente vantaggioso.

Noi di Energred continueremo a metterci al fianco degli imprenditori italiani, verso la transizione energetica, e proprio per questo abbiamo deciso di bloccare il prezzo dell’energia autoconsumata da fotovoltaico a 145 €/MWh, per chi decide di installare con noi un Impianto Fotovoltaico entro Marzo 2023.

Fonte: ispionline.it

ENERGRED: AL 31 DICEMBRE 2022 LE INSTALLAZIONI DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI AVRANNO SUPERATO I 2,2 GWP, MARCANDO UN INCREMENTO DEL 145%

ENERGRED: AL 31 DICEMBRE 2022 LE INSTALLAZIONI DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI AVRANNO SUPERATO I 2,2 GWP, MARCANDO UN INCREMENTO DEL 145%

«L’Italia raggiunge così i 24,9 GWp di potenza totale installata, ovvero il 35% dell’obiettivo PNIEC al 2030» mettono in evidenza gli analisti di EnergRed.com
 
 
 
Nel 2022 le installazioni di impianti fotovoltaici superano i 2,2 GWp con un incremento del 145% rispetto al 2021, permettendo così all’Italia di raggiungere i 24,9 GWp di potenza totale installata, ovvero il 35% dell’obiettivo PNIEC al 2030. Questi i numeri che, basandosi su dati «Terna Italia» e «Forum Italia Solare», hanno elaborato gli analisti di EnergRed (www.energred.com) Dorina Polinari e Giorgio Mottironi, rispettivamente Solar Energy Manager e Strategy Advisor & CMO dell’azienda.
 
«Per raggiungere gli obiettivi PNIEC (71GWp) —tuttavia— le installazioni devono più che raddoppiare, arrivando a circa 5,8 GWp all’anno» puntualizzano gli esperti di EnergRed.com, impegnati nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane.
 
A perdere il treno del fotovoltaico —secondo quanto risulta dai dati raccolti ed elaborati da EnergRed— sono proprio le imprese: nel settore commerciale (dai 20kWp ai 200kWp) si concentra solo l’11,5% della potenza installata, per una taglia media di impianto pari a 65 kWp; e simile è il dato nel settore industriale (dai 200kWp ad 1MWp) dove si concentra il 16,3% della potenza installata, per una taglia media di 470kWp circa.
 
Molto bene invece il settore residenziale (sotto i 12 kWp) dove si registrano il 93% delle connessioni ed il 40% della potenza totale installata, legata probabilmente alle attività di riqualificazione energetica di condomini e abitazioni mono o pluri-familiari.
 
«Stiamo quindi assistendo ad un fenomeno sociale molto particolare, in cui una tecnologia —il fotovoltaico— viene scelta per proteggere rapidamente la dimensione personale, mentre quella imprenditoriale viene lasciata indietro» fa notare Giorgio Mottironi, Strategy Advisor & CMO di EnergRed.
 
«L’Italia —prosegue Mottironi quest’anno ha compiuto un significativo scarto nello sviluppo delle rinnovabili, e soprattutto del fotovoltaico, ma mancano all’appello dai 40 GWp agli 80 GWp da destinare al consumo (tramite PPA virtuali) o all’auto-consumo (PPA fisici) delle imprese».
 
In merito poi alla distribuzione geografica, a guidare la classifica in Italia vi è la Puglia con circa 3 GWp di potenza installata, seguita però a breve distanza da 4 regioni del Nord: Lombardia con 2,97 GWp, Emilia-Romagna (2,4 GWp), Veneto (2,37 GWp) e Piemonte (1,92 GWp).
 
La Sicilia —terra dell’«oro energetico»— è solo sesta con 1,7 GWp ed anche altre grandi regioni produttive quali Toscana e Campania sono molto indietro: non raggiungono nemmeno 1GWp di potenza installata.
 
«Il fatto che ora però desta preoccupazione seppure —in parte giustificato dall’arrivo della stagione fredda— è l’aumento dei prezzi dell’energia: il PUN è di nuovo oltre i 400 €/MWh negli ultimi giorni» mettono in rilievo gli analisti. Ma l’aumento non si potrà riassorbire, considerando che il momento più difficile arriverà nella prossima estate 2023, quando si attende la ripartenza industriale della Cina che da sola potrebbe assorbire più dell’85% della crescita di capacità di offerta mondiale di Gas Naturale.
 
Alla luce di tutte queste previsioni non certo rosee per l’Italia, EnergRed ha deciso di dedicare un particolare impegno per aiutare le imprese che in questo momento sembrano un po’ distratte, garantendo loro il prezzo irripetibile ed imbattibile di 145 €/MWh per l’energia in autoconsumo dagli impianti EnergRed. E chiaramente solo per l’energia effettivamente consumata, quando viene consumata.
 
La proposta è riservata alle imprese con più di 1 milione di euro di fatturato ed almeno 3.500 euro al mese di consumi, che entro marzo 2023 decidano di avviare la loro transizione energetica.
 
«Continuiamo ad impegnarci ogni giorno per portare alle PMI energia sostenibile, a basso costo. Vogliamo dare un forte segnale di presenza accanto agli imprenditori virtuosi: “pensate a fare bene il vostro mestiere e noi investiremo nella vostra azienda, garantendovi l’accesso ad un futuro solare”» commenta Moreno Scarchini, CEO di EnergRed.
 
«Per il prossimo anno abbiamo messo a budget 20 milioni di euro di investimento solo a favore dei sistemi efficienti di utenza (SEU) e questo significa che potremo aiutare circa 200 aziende a ridurre le loro emissioni e a trasformare i costi energetici in un’opportunità di crescita» è orgoglioso di rendere noto Moreno Scarchini.